sabato 19 luglio 2014

Dei giudizi...


Determinare cosa sia giusto o sbagliato fa parte della natura critica dell'uomo. 
L'ideale di giustizia non è però universale e esige il rispetto per la diversità. La nostra società non impone alle donne un velo per coprire il volto, per questo noi ci sentiamo in dovere di giudicare la cultura che porta con sè queste usanze.

Ma questo è quello che c'è di più sbagliato.
Non sono barbari, schiavisti e maschilisti, o magari lo sono, ma misurati con il metro della nostra cultura. 
Non è lo strumento adatto.
Andrebbero vissute tutte le culture per capirle.
Questo è impossibile, non abbiamo il tempo materiale per riuscire ad integrarci in ogni popolo tanto da comprendere le loro usanze.
Limitiamoci a portare rispetto e tolleranza, anche se a volte la parola tolleranza assume un'accezione negativa, tanto da farla sembrare sinonimo di sopportazione.

Adesso ho parlato di grandi visioni, ma anche nel nostro quotidiano non riusciamo a svincolarci dalla visione ideale che ci facciamo del mondo, basata sul nostro modo di essere.
Quello che sto scrivendo non è una critica verso qualcuno, ma un ammonimento verso me stessa, che spesso è volentieri parlo d'istinto senza riflettere e la mancanza di riflessione mi porta a giudicare troppo in fretta.
Il giudizio di per sè è sbagliato anche dopo ore e ore di riflessione, ma è ancora più sbagliato se viene detto senza pensarci.

Però mi sento in dovere di giudicare me stessa, di riprendermi e "brontolarmi" nei momenti in cui sbaglio.

Se quello che fanno gli altri non lo ritieni giusto non vuol dire che non lo sia Slimmy, solo non è corretto per te, ma un detto piuttosto comune dice "il mondo è bello perché è vario".