giovedì 25 febbraio 2016

Semplicemente... Incanto!


La verità è che l'amore non lo si decide.
L'amore si accetta.
Per un po' si respinge, ma poi ci tocca accettarlo.

La verità è che non ci si innamora di chi si vorrebbe.
Si combatte a pugni duri per innamorarsi di che crediamo volere, ma raramente funziona così.

Caso vuole che ci si innamori molto spesso della persona "sbagliata".
Quella poco adatta a noi.
Quella che crediamo perfetta, ma che in fin dei conti ci porta solo dolore.
E di quel dolore noi ci nutriamo.
Associamo il vero amore al dolore.

"Perché senza l'amaro il dolce non è così dolce" cit.

Si vabbe, ma c'è un limite a tutto.

Allora ti svegli, decidi di accettare quello che ti fa star bene.
Forse, non sei destinata all'amore che ti uccide, ma a quello che ti fa vivere.

Cazzo, for the first time in my life.

Ora parte la "ola" da stadio!

Dammi retta, siediti.
Respira.
Annusa.
Osserva.
Assapora.
E... Sorridi.

Sorridi, perché è tuo.
Anche se non lo hai sudato, adesso lo ami.

Per caso, l'amore si conta in camicie sudate per ottenerlo?

No.
L'amore si conta in sorrisi condivisi e lacrime post orgasmo.
In silenzi divertenti.
Nel sentirsi a proprio agio, in due, nel mezzo al mondo.
Nel non vergognarsi di niente.
Nell'essere se stessi anche nei lati più scomodi.
Nell'assaporare insieme le piccole gioie.
Perché le cose che non contano niente, contano più di un bonifico da milioni di euro.

(Per inciso, i bonifici da milioni di euro conterebbero un sacco)

E allora ciao alle perplessità e ciao ai musi lunghi.
Perché, tu stai bene in ogni circostanza.
Stai bene con le mie amiche.
Ci stai bene, perché, sei un mix di tutte loro.
Sei la tenerezza di gesti che, forse, mi sono mancati da piccola.
Sei una voglia continua.
Sei una bomba.
Sei un balletto insieme (anche se da sola sei più bella da guardare).
Sei milioni di selfie.
Sei il karaoke in macchina perché conosci, quasi, più canzoni di me.
Sei tutto quello che puoi essere.
Se mi venisse in mente qualcosa ancora.
Bè... Tu lo sei!

Sei bella, ma forse è riduttivo.

Come dico sempre... Quando avrai trent'anni spero di avere l'onore di averti al mio fianco, perché sarai uno spettacolo di donna.
Con la D maiuscola.

Questo sei, una piccola grande donna che ha saputo legare le scarpe alle grandi.
Me compresa.

Non riesco a trovarti qualcosa di sbagliato
E, se prima l'ho trovato, non era uno sbaglio tuo, ma mio.

E allora balliamo.
Perché, niente ci viene meglio di ballare.

Una buonanotte da una Slimmy filo-romantica in un mercoledì sera condito di amiche e muggini (di mare).

lunedì 8 febbraio 2016

La "ricordanza" dei social


La ricordanza è una danza che si balla sull'isola dei social con astuzia e eleganza.

Parlando per canzoni travisate come sempre!

Battisti invece cantava "eppur mi son scordato di te".
Ai tempi di Lucio era più facile.
Nel mondo dei social network invece non c'è scampo. Sono la rovina della nostra epoca e la fortuna degli psicologi.

In Italia non c'è la cultura dello psicanalista, ma immagino quanto la categoria americana degli "strizza cervelli" possa aver guadagnato dalle rotture e dagli stalkeraggi nati con Facebook e compagni.

Persino i più scettici alla fine hanno ceduto al fascino della perdita della propria privacy.

Mettiamo che c'è anche un clima di controllo di massa.
Grazie ai social lo stato sa cosa stiamo facendo, dove siamo in vacanza e quante volte ci andiamo all'anno. 
Addio all'evasione fiscale.
E, addio, al mistero su quale casa sia disabitata per le vacanze.
"Ladri avanti tutta"
Ladri letterali e ladri metaforici vestiti da governanti.

Io sono la prima a condividere tutto.
Il fascino della condivisione si è impadronito di me alla prima iscrizione a Facebook del 2008.

Da allora la socialità mondiale si è evoluta.
All'inizio solo status su quello che stavano facendo in quel preciso momento.
Adesso, massime di vita, lotta sociale, filosofia spicciola, moralismo dilagante, attacchi personali, persecuzione mirata e tribuna politica.

I social network non sono un gioco, ma un esperimento sociale globalizzato atto a plasmare le menti e a renderle fragili.

Incapacità di dimenticare.
Volontà di ferire.
Bisogno sfrenato di condividere il quotidiano.
Desiderio ossessivo compulsivo di essere spettatori della vita altrui.

Ahimè, non mi distinguo dalla massa.
Anzi, sono cavallo marciante di questa necessità di sapere e condividere.

Allora, share and look.
L'occhio del grande fratello mondiale lo abbiamo creato e ne siamo fieri nonostante le continue lamentele senza reale desiderio di "ribellione".

Ossequi da un Slimmy fiera di muoversi sempre con una vena di contraddizione nel mondo delle pecore.