mercoledì 27 luglio 2016

Il postulato delle melanzane alla parmigiana




Sicuramente è un argomento molto banale ma volevo parlare della rete globale vista come insegnante di vita.
Non so fare le melanzane alla parmigiana?
Www.google.it
Ricerca: melanzane alla parmigiana
Risultati 10000
Oh no, sono vegana.
Bene variante vegana risultato numero 5 pagina 1.
Ragazzi, non c c'è niente che Google non sappia.
L'Onnipotente Google regna sovrano nel nostro apprendimento.
Ok, i risultati da scartare sono sempre molti, ma non facciamo i polemici per partito preso.
Hai preso un partito?
Quale partito?
Lascialo, non ti serve.
Però, hai una cena importante, non sai cucinare.
Vai tranquilla, questa volta una gioia è lì per te.
Prendila, questa gioia è tua! Ti serve molto.
Scherzi a parte.
Avessi fatto adesso le superiori, il latino sarebbe stato più facile.
Video tutorial, versioni corrette, riassunti perfetti.
Cacchio voglio tornare a studiare, quei 4 in latino potrebbero diventare dei 6.
Alleluja, grazie san Google Mountain View e benedetto Wikipedia.
Possiamo disprezzare questa cultura accessibile a tutti, odiarla a più non posso, ma è una realtà tangibile degli anni 2000.
Hai speso anni di studio e soldi in lezioni di chitarra per ottenere lo stesso risultato che ho ottenuto io in 20 tutorial di YouTube?
Che fai ti agiti e ti arrabbi?
Fattene una ragione, se i risultati di sudati studi sono identici ai miei vuol dire che non è il tuo mestiere.
Con questo non voglio dire che internet sia il degno sostituto di una vera e propria istruzione, non facciamo inutili generalizzazioni.
Voglio solo dire che aiuta, in più di un occasione.
Stupido è chi di accanisce.
Il progresso mi piace.
Spero sfoggio incrementi ogni giorno di più.
Adesso vado a cena, precisando che non devo fare le melanzane alla parmigiana e dopo non strimpellerò la mia chitarra scordata.
Ossequi da una Slimmy favorevole alla maestra internet se usata con la dovuta cautela.

Pensavo di non crescere più di tanto...



Stavo valutando un paio di cose.
La crescita eccessiva è noiosa.
Sono arrivata a 30 anni (passati) e sinceramente crescere troppo non è nei miei programmi.

L'età adulta è sopravvalutata.

Ok, non facciamo moralismi inutili.
Si, le responsabilità ci sono.
Bisogna lavorare.
Bisogna prendere atto che non possiamo permetterci tutte le cose costose di cui ci innamoriamo.
Non possiamo più fare le bizze eccessive.
Basta giocare con le donne.
Se ne trova una e si va avanti insieme.

Ma per il resto, perchè smettere di giocare?
Perchè perdersi la spensieratezza.

Hai 30 anni e giochi ancora con la Playstation?
Ma cresci.

No, non cresco.
Voglio giocare.
Voglio avere la consolle di ultima generazione.
Il visore per la realà virtuale.
Giocare online.
Comprare il telefono di ultima generazione.
E avere i lucciconi agli occhi per le novità tecnologiche.

Voglio divertirmi con la mia fidanzata.

Ci sono le bollette.
E ci tocca pagarle.
Ma perchè smettere di sognare solo perchè siamo diventati noi gli intestatari delle utenze domestiche?

"La fantasia non potrà mai invecchiare"

Ce l'hai scritto sul fianco amore mio.

Ce l'ho fissato nella testa.

Se crescere vuol dire smettere di sognare ad occhi aperti, allora voglio crescere con moderazione.

Mi piace guardare La Tata.
Ogni giorno.
Mi tiene compagnia mentre sto lavorando.
Conosco ogni battuta a memoria.
E, molto spesso, è la mia ninna nanna.
La guardavo nel 1995 e la guardo ancora nel 2016.
Ridendo alle stesse identiche gag comiche.

La Tata profuma di casa.
I videogiochi profumano di sicurezza.

Non crescete, credetemi.
E' sopravvalutato.

Ossequi da una Slimmy, un po' bamboretta (detto alla viareggina), ma con i piedi per terra.

mercoledì 20 luglio 2016

Cose che non si contano con il calendario


Parliamo d'amore.
Il sentimento più sopravvalutato e allo stesso tempo sottovalutato del mondo.

Ricollegandomi al precedente post sul chi giudica fa bene a guardarsi nelle proprie tasche, vorrei dire che, nessuno di noi ama in una maniera univoca e standardizzata.

Sto parlando dell'amore sorretto dalla passione, ovviamente, non quello familiare o amichevole.

Spesso sentiamo la gettonatissima predica: "ma come fino a ieri l'amavi, adesso vai con un  altra?"

Eh sì, è possibile!

Non conta il tempo!
Conta l'intensità!

L'amore non ha inizio e fine, è parte di noi.
Le donne si susseguono durante la nostra vita.
Ne amerai una solo per la sua bellezza.
Una perchè è ai tuoi antipodi.
Un'altra perché è dannatamente intelligente.
Una ancora perché sa fare un sesso fenomenale.
Quell'altra perché è esattamente come te.

Ma le amerai tutte e, se sai amare, non smetterai mai di pensare ad ognuna di loro.

Qualcuna ti odierà per un po', un altra avrà deciso di rimanerti comunque vicina.

E quella di adesso speri di stringerla per tutta la vita.

Magari con un cane.
Forse con un bimbo.
Certamente con un anello.

Non importa quanto durerà.
L'amore non si conta con il calendario, ma con le fitte allo stomaco e con le lacrime.

Amane mille, non aver paura.
E non ti curar di loro che hanno la lingua lunga, ma guarda e passa.

Si ama anche senza contatto.

Ossequi da una Slimmy che ogni giorno si scopre sempre più saggia.
E si piace.

martedì 19 luglio 2016

Riflessioni sul mondo



Crescendo si cambia.
Sarà che ormai i 30 sono passati e la voglia di sentire i "discorsi a culo" scarseggia sempre di più.

Non oso immaginare quale sarà il mio grado di tolleranza raggiunti i quaranta...

Più che intollerante mi sono ritrovata selettiva.
Allontanare persone ed esperienze negative dalla propria vita rende sereni.
La negatività è ovviamente soggettiva.
Ciò che appesantisce il mio animo, può ampiamente alleggerire quello di qualcun altro.

C'è una bellissima "capacità" umana che è quella di "commettere errori", grandi o piccoli che essi siano. 
Sempre più voglio sbagliare.
Per imparare. 
Sempre meno voglio essere giudicata.
Io dagli errori posso guarire tu dal tuo innato bisogno di giudicare, non guarirai mai.

Le persone che sorridono dei propri errori traggono dallo sbaglio un sorriso per non commettere più lo stesso errore.
Chi dagli errori altrui trae spunto di conversazione appesantisce il suo animo.

Vivere rinchiuso nella convinzione di essere nel giusto, senza mettere a confronto i punti di vista altrui, limitandosi solo a criticarli, è un piccolo essere per me degno di sorriso.
Io cado e per rialzarmi miglioro me stessa, tu che credi di non cadere mai, prendi delle "tranvate nel muso" megagalattiche.

Errare con il cuore è sempre meglio che non sbagliare mai con convinzione.

Dai miei sbagli ho trovato giovamento nelle persone che sono riuscite a lasciarli correre.
Insieme.
Lavorandoci su, giorno dopo giorno.
Aspettando il tempo necessario per guarire le ferite.
Arrabbiandosi fin quando era giusto farlo.
Abbracciandosi nel momento più opportuno.

Scegliere, assecondando il proprio essere è l'unica via da prendere.

Non importa fare quello che fa bene agli altri per essere accettati.

Il primo passo per respirare bene l'aria comune nel mondo è quello di "fare il cazzo che ci pare" nel pieno rispetto degli altri.

Io vi lascio vivere.
Vi lascio vivere tutti.
Ho accettato le vostre scelte.

Accetto che vi mettiate delle magliette oscene e che compriate degli occhiali di dubbio gusto.

A me non piacciono, a voi si.

Negli esempi banali è racchiusa la saggezza del vivi e lascia vivere.
Ma lascia vivere senza giudicare.
Non siete migliori di nessuno e non conoscete le vite degli altri.

Ossequi da una Slimmy con dei pensieri sparsi, alquanto improvvisi, apparsi durate una sessione lavorativa con il ghiaccio sulla caviglia.
Maledette ciabatte infradito.

martedì 21 giugno 2016

Dreaming


Qualche blog fa stavo riflettendo sul mio vedere la vita come un film.

La cosa non è cambiata.
Figuratevi.

Sempre gli stessi film mentali.
Oddio, forse negli anni possiamo ormai definirli stagioni annuali di serie tv.
Ogni tanto rinnovo il cast come Shonda in Grey's Anatomy.
Per forza di cose qualche attore principale se ne va, oppure, diventa una guest star più o meno ricorrente.

Ora, però, stavo valutando il livello qualitativo delle mie opere mentali.

Tralasciando i rari casi in cui faccio parte del FBI. 
Sono una figa da paura straordinariamente cazzuta, sogno sessuale di tutti gli uomini, ma fuck You man I like girl on girl action.
Ecco, accantonando queste perle rare derivate da sessioni serali di x files o fringe, il resto dei miei trip è, purtroppo, paragonabile a dei filmucci romantici.
Frivole commediole di origine italiana, come se non bastasse.

Che amarezza.

Sono contenta di non aver fatto la regista, ho salvato il mondo dall'ennesimo "scusa ma ti chiamo amore".

Però, alla fine, a me piacciono e mi piace stare alla regia dei miei drammi pseudo realistici e, se tutto va secondo i miei piani, sono soddisfazioni vederli realizzati.

Quanto tutto è esattamente come te l'eri immaginato è una gioia.

E quando va storto? 
Vuol dire che avevo aspettative fuori portata.

Non dico che la vita sia un film prevedibile, è piena di colpi di scena, sta a noi adattare la sceneggiatura al cambiamento.

Quindi sogniamo.
Sogniamo parole.
Sogniamo saluti.
Sogniamo rapporti sessuali.
Sogniamo risate.
Sogniamo.

Ci fa bene.

Che tutto vada secondo le aspettative o meno, il sorriso di quel pensiero non ce lo leverà mai nessuno.

Ossequi dalla solita Slimmy regista.

martedì 24 maggio 2016

Dentro la scatola di Facebook



Ormai tutti sono su Facebook, anche gli attempati.

Credo che gli unici genitori che resistono alla tecnologia siano i miei.
"Grazie padre e madre di non essere tra i miei amici su FacciaLibro"

Il bello di questo social è che dentro puoi trovarci di tutto.
Racchiude l'intero genere umano.
Basta sbirciare le varie bacheche per capire chi si ha davanti.

IL COPIONE.
Ruba i post dagli amici scrivendo sopra lo stesso identico commento, aggiungendo o togliendo una virgola a piacere.
Ne esiste anche una versione "copione senza ritegno" che ruba le frasi dei link con immagini testuali e le trasforma in propri status.
Ma che ci credi scemi?

Il CREDULONE
Quello che più preferisco. Colui che crede a tutti i link assurdi tipo "scoperta la pillola per allungare il pene", oppure "bere rende più intelligenti, lo dice la scienza".
Allora, il pene piccolo rimane piccolo, non sperate di allungarlo, piuttosto imparate ad usarlo. L'alcool non da intelligenza, ma a lungo andare più danneggiare il fegato. Sarete sempre gli stessi idioti, ma con la cirrosi epatica.

IL CI CI CI MA COME SONO INNAMORATO/A
Quello/a che pubblica solo cose d'amore per la dolce metà: foto, status, canzoni, link smielati. 
Tanto vi fate tutti le corna e vi lasciate, per poi mettere le stesse cose per la nuova anima gemella. Risparmiatecelo.

IL CI CI CI MA COME SONO TRISTE CHE SONO STATO MOLLATO/A
Questo/ é il partner cornificato nella categoria precedente. Link da tagliarsi le vene, infamate verso l'ex amato/a, foto di serate che definisce di "devasto" e frecciatine chiaramente inequivocabili per l'ex adultero/a.

IL NARCISISTA
La mia categoria di appartenenza. 
Selfie a go go.
Cavolo, ma per guardare la "mia bacheca" clicco sul link "profilo", questo vuol dire che si parla di me, è giusto che io sia presente.
Ok, non ho giustificazioni, sono una egocentrica.
Ma siamo in tanti, mi consolo.

LO SPIONE.
È sempre collegato, ma non esistono post sul suo profilo da mesi.
Non pubblica, ma spia.
Prima o poi Mark ci darà la possibilità di vedere le tue attività e la tua pacchia sarà finita!

L'ATTIVISTA
Pubblica solo cose politiche. Il suo profilo é visitato solo da quelli del suo orientamento politico e da quelli di quello opposto.
La sua bacheca spesso zona di diatribe stile Porta A Porta. 
Risulta noioso per le persone moderatamente interessate alla politica.

IL MORALISTA
Non è Gandhi, nè Madre Teresa di Calcutta, ma se li sente dentro come se non ci fosse un domani. Spesso e volentieri lo/la conosci e quindi "sai da chi viene la predica", quindi scatta in te una grossa risata mista a rabbia.
Ma perché non ci stai zitto/a!

IL LINK STUPIDI DIPENDENTE
La mia seconda categoria. Se non pubblico selfie, sono link deficienti.
Ridere fa bene, ma cerchiamo di non esagerare.
Esageriamo?
Va bene, esageriamo.

IL DISPREGIATORE DELLE PROPRIE VECCHIE ABITUDINI
Categoria odiosa e senza senso che denota un livello di incoerenza inaudito.
Hai mangiato per anni in quel piatto, non ci sputare sopra in maniera esponenziale, che fai solo ridere.

IL BEN INFORMATO
Questa è una categoria utilissima. Pubblicano le informazioni giuste, da fonti attendibili.
Spiare il loro profilo funziona meglio del telegiornale.
E, chi dice che Facebook non informa a dovere?

IL PROTETTORE DEGLI ANIMALI
È quello che pubblica solo annunci per animali dispersi, maltrattati, che cercano famiglia. 
Il suo profilo è una tragedia per il tuo umore.
Entri e piangi.
In automatico.
Oppure, nel caso tu sia un po' cinico, lo prendi per il culo.


Potrei continuare all'infinito con le categorie.
Me ne potrebbero venire in mente milioni di milioni.
Voi a quale appartenete?
Io credo di essere un bel mix di categorie.

Ossequi da una Slimmy categorica.

martedì 10 maggio 2016

Trovati quella che...si sta bene in due!



Riflettevo (che cosa strana) su due cose.
La prima è che non posso lasciare i miei 5 lettori senza nuovi post.
La seconda riguarda la quantità di status che passano giornalmente su Facebook su un argomento ben preciso che iniziano tutti con le medesime frasi.

"Tieniti stretta quella che..."
"Trovati quella che ti voglia..."
"L'amore vero è..."

Volevo, dall'alto dei miei pensieri, formulare la mia teoria su questi - banalissimi - argomenti.

Di banalità si sa', è bello riempirsi la bocca.

Allora, sai cosa vi dico?

Trovatevi quella bella.
Quella che vi veda bella.

Povera ragazza, le manca qualche decimo di vista.

Quella che se sei ingrassata ti sorride.
"Si vede che stai bene con me, allora ti viene fame!".

Amore, la fame purtroppo vien mangiando.

Che poi, se hai perso qualche chilo, ti dicono.
"Si vede che stai bene, non hai bisogno di mangiare, campi d'amore"

Come funziona? Chi sta bene quelli che mangiano o quelli che non mangiano?
Dilemmi esistenziali.

Trovati quella che ti voglia stupida esattamente come sei.
Nevrotica e dolce a minuti alterni.
Che riconosca il tuo ciclo mestruale e rida ai tuoi sbalzi d'umore invece di arrabbiarsi.

Che ti dica che sono carine le tue creazioni artistiche, facendoti capire che sono una cagata pazzesca.
Apprezzerà quella cagata, ridendoci sopra ogni giorno.

Trovati quella che ti fa star bene in tue.
Che renda prezioso il condividere.
Che non ti faccia pensare troppo al "dopo" delle cose.
Che non ti renda necessario pesare le parole.
Che ti dia la possibilità di dire "una cavolata", tanto poi potrai riderci sopra poco dopo.
Insieme.

Trovati quella che riesci ad amare ed odiare con la stessa intensità.
Quella che ti fa ringraziare la legge italiana perchè non permette a noi gay di sposarci.
Perchè, la sposeresti se potessi, ma solo a giorni alterni.
Il divorzio seriale ti costerebbe troppo, non  te lo puoi permettere.

Trovati quella che capisca il tuo lavoro e che se avesse qualche nozione in più  lo farebbe quasi meglio di te.

Quella che ti spiega quella funzione in più di Instagram che nemmeno il tuo estremo lato nerd conosceva.

Quella che è in tutto e per tutto identica a te.
Ha tutti i tuoi fottuti difetti e, tu, sai come sfruttarli a tuo favore.
Ma, non sai essere così stronza e le riveli il segreto.

Si, proprio quella che ha aspettato pazientemente all'angolo del ring per mesi.
Non ti ha sfondato il cuore.
Non ti ha strappato il respiro.
Non ti ha folgorato.
Ma, è entrata con un passo felpato e tu - cretina- veramente non te ne eri accorta.

La facevi entrare.
Giorno dopo giorno.
Le davi un pezzo di te alla volta.
Le facevi raccogliere le tue lacrime.
E lasciavi che fosse lei e non un'altra a farti sorridere.

Adesso è lei quella che dovevi incontrare.
Che ti fa giocare alla Play per ore senza battere ciglio.
Che ama i tuoi gatti tanto quanto te.
Che ti rende felice con la sola presenza.
Che non servono parole o grandi gesti.
Che ti accarezza nei momenti che hai sempre voluto.
Che lo capisce quando lasciarti in pace.

Che comprende i tuoi bisogni.

Tanto lo sa, che comunque, non puoi far altro che tornare a dormire con lei.

Ossequi da un Slimmy, che ha sempre saputo che la cosa più importante è riuscire ad essere se stessi, in due.

giovedì 17 marzo 2016

Autocensura



Non riesco più a scrivere.
Questo era il mio spazio personale, ma adesso è avvolto dalla censura.
Anzi, dalla autocensura

Niente di più malvagio esiste dell'auto limitarsi.

Non scrivere questo, per non ferire quello.
Non ascoltare quella canzone, per non fare torti.
Non pensare, che ti fa male.
Non scrivere, che non puoi.

Non fumare. Avevi detto che smettevi.
Non bere. Sei ingrassata.

Ci sono più negazioni nelle ultime righe che in 30 anni di vita.

Fatto sta che i pensieri di adesso sono frutto di un rapporto sbagliato di tre anni.
Ora, seguendo il mio blog (saremo in 5 forse a leggerlo) pare che sia stato il peggior rapporto di sempre.
Errori. Errori. Errori.
Ma non è stato questo.
E' stato bellissimo, pieno di sentimento. Amore da perdere il fiato.
Da quando ci siamo lasciate ho cercato di ritrovare il fiato che ho perso, ma l'ho fatto nella maniera sbagliata.
Ho solo fatto un elenco delle cose da non fare più.

Non essere più gelosa.
Non amare più così tanto.
Non creare più gabbie.
Non lasciare più da parte gli amici.
Non affrettare le cose.
Non stare più seduta in un angolo a veder scorrere gli eventi.
Non stare più zitta a rimuginare.

Alcune di queste cose realmente non le sto più facendo.
E' solo che ho creato un clima di terrore attorno ai miei sbagli.
Sono fuggita nella paura di commetterli di nuovo.

La realtà è che sto vivendo nel terrore di commettere di nuovo gli stessi errori e così facendo ne ho commessi e ne commetterò altri. Forse, più gravi.

Sto seriamente pensando di aver bisogno di uno psicologo per tirarmi fuori da queste beghe infinite. Ma, alla fine, credo di capirmi benissimo da sola.

Ho solo paura.
Ancora, la solita paura.

Che parola strana, paura.

Come stai?
Un altra domanda che ho paura di fare.

Paura sempre paura.

Ossequi, da una Slimmy che non ha mai avuto paura di buttarsi e di mettersi in gioco, ma per evitare di farlo ha fatto più sbagli di un bambino alle prese con il suo primo tema scolastico.

giovedì 25 febbraio 2016

Semplicemente... Incanto!


La verità è che l'amore non lo si decide.
L'amore si accetta.
Per un po' si respinge, ma poi ci tocca accettarlo.

La verità è che non ci si innamora di chi si vorrebbe.
Si combatte a pugni duri per innamorarsi di che crediamo volere, ma raramente funziona così.

Caso vuole che ci si innamori molto spesso della persona "sbagliata".
Quella poco adatta a noi.
Quella che crediamo perfetta, ma che in fin dei conti ci porta solo dolore.
E di quel dolore noi ci nutriamo.
Associamo il vero amore al dolore.

"Perché senza l'amaro il dolce non è così dolce" cit.

Si vabbe, ma c'è un limite a tutto.

Allora ti svegli, decidi di accettare quello che ti fa star bene.
Forse, non sei destinata all'amore che ti uccide, ma a quello che ti fa vivere.

Cazzo, for the first time in my life.

Ora parte la "ola" da stadio!

Dammi retta, siediti.
Respira.
Annusa.
Osserva.
Assapora.
E... Sorridi.

Sorridi, perché è tuo.
Anche se non lo hai sudato, adesso lo ami.

Per caso, l'amore si conta in camicie sudate per ottenerlo?

No.
L'amore si conta in sorrisi condivisi e lacrime post orgasmo.
In silenzi divertenti.
Nel sentirsi a proprio agio, in due, nel mezzo al mondo.
Nel non vergognarsi di niente.
Nell'essere se stessi anche nei lati più scomodi.
Nell'assaporare insieme le piccole gioie.
Perché le cose che non contano niente, contano più di un bonifico da milioni di euro.

(Per inciso, i bonifici da milioni di euro conterebbero un sacco)

E allora ciao alle perplessità e ciao ai musi lunghi.
Perché, tu stai bene in ogni circostanza.
Stai bene con le mie amiche.
Ci stai bene, perché, sei un mix di tutte loro.
Sei la tenerezza di gesti che, forse, mi sono mancati da piccola.
Sei una voglia continua.
Sei una bomba.
Sei un balletto insieme (anche se da sola sei più bella da guardare).
Sei milioni di selfie.
Sei il karaoke in macchina perché conosci, quasi, più canzoni di me.
Sei tutto quello che puoi essere.
Se mi venisse in mente qualcosa ancora.
Bè... Tu lo sei!

Sei bella, ma forse è riduttivo.

Come dico sempre... Quando avrai trent'anni spero di avere l'onore di averti al mio fianco, perché sarai uno spettacolo di donna.
Con la D maiuscola.

Questo sei, una piccola grande donna che ha saputo legare le scarpe alle grandi.
Me compresa.

Non riesco a trovarti qualcosa di sbagliato
E, se prima l'ho trovato, non era uno sbaglio tuo, ma mio.

E allora balliamo.
Perché, niente ci viene meglio di ballare.

Una buonanotte da una Slimmy filo-romantica in un mercoledì sera condito di amiche e muggini (di mare).

lunedì 8 febbraio 2016

La "ricordanza" dei social


La ricordanza è una danza che si balla sull'isola dei social con astuzia e eleganza.

Parlando per canzoni travisate come sempre!

Battisti invece cantava "eppur mi son scordato di te".
Ai tempi di Lucio era più facile.
Nel mondo dei social network invece non c'è scampo. Sono la rovina della nostra epoca e la fortuna degli psicologi.

In Italia non c'è la cultura dello psicanalista, ma immagino quanto la categoria americana degli "strizza cervelli" possa aver guadagnato dalle rotture e dagli stalkeraggi nati con Facebook e compagni.

Persino i più scettici alla fine hanno ceduto al fascino della perdita della propria privacy.

Mettiamo che c'è anche un clima di controllo di massa.
Grazie ai social lo stato sa cosa stiamo facendo, dove siamo in vacanza e quante volte ci andiamo all'anno. 
Addio all'evasione fiscale.
E, addio, al mistero su quale casa sia disabitata per le vacanze.
"Ladri avanti tutta"
Ladri letterali e ladri metaforici vestiti da governanti.

Io sono la prima a condividere tutto.
Il fascino della condivisione si è impadronito di me alla prima iscrizione a Facebook del 2008.

Da allora la socialità mondiale si è evoluta.
All'inizio solo status su quello che stavano facendo in quel preciso momento.
Adesso, massime di vita, lotta sociale, filosofia spicciola, moralismo dilagante, attacchi personali, persecuzione mirata e tribuna politica.

I social network non sono un gioco, ma un esperimento sociale globalizzato atto a plasmare le menti e a renderle fragili.

Incapacità di dimenticare.
Volontà di ferire.
Bisogno sfrenato di condividere il quotidiano.
Desiderio ossessivo compulsivo di essere spettatori della vita altrui.

Ahimè, non mi distinguo dalla massa.
Anzi, sono cavallo marciante di questa necessità di sapere e condividere.

Allora, share and look.
L'occhio del grande fratello mondiale lo abbiamo creato e ne siamo fieri nonostante le continue lamentele senza reale desiderio di "ribellione".

Ossequi da un Slimmy fiera di muoversi sempre con una vena di contraddizione nel mondo delle pecore.

venerdì 15 gennaio 2016

Ad un certo punto, quanto è lecito essere egoisti?



La capacità di raggiungere l'equilibrio caratteriale sociale non è una cosa semplice per me.

Da piccola avevo delle serie difficoltà a dire di no alle amiche.
Mi facevo schiacciare.
Forse, usare.
Il bisogno di piacere stava alla base della mia politica di vita.
E questo bisogno era direttamente proporzionale a quanto lo "prendevo nel culo".
Più dai agli altri, più gli altri prendono e non restituiscono.
Ero quella buona io.
Quella che c'era sempre.

Crescendo ho imparato che "esserci per tutti" non è un bene, è solo controproducente.

Lezione numero uno imparata e messa in pratica: "dobbiamo esserci per chi se lo merita!"
Avanti con la meritocrazia Slimmy.

Il problema però, poi, si è ampliato quando ho cominciato a fidanzarmi.
Le donne mi hanno sempre risucchiato ogni goccia di sangue.

La mia ultima relazione è stato l'armageddon!

Mi sono denaturata.
Mi sono persa.
Non riuscivo a fare altro che sbagliare per salvare un rapporto che non doveva essere salvato.

Ne sono uscita ferita.
Non da lei, ma da me.
E' scattato in me il bisogno di ritrovarmi.

Senso di onnipotenza allo stato puro.

Il clima è stato subito quello del "io posso fare quello che voglio".
E, purtroppo, l'ho fatto.
Così, ho sostituito i rimpianti con i rimorsi.

Ma mi sento comunque più tranquilla con me stessa.

In questo delirio di onnipotenza ho fatto delle cagate assurde e a quanto pare non smetto di farle.

Lo voglio fare? Lo faccio.

A questo punto però sorge il dubbio morale che si genera in ogni persona con un briciolo di senso del rispetto: quanto è giusto fare quello che si vuole?

In che momento scatta l'accusa esterna che ti porta a sentirti un "egoista del cazzo"?

Esistono persone che mi vogliono bene.
E, con grande meraviglia, posso dire che sono tante.
Ma, il loro bene cosa può accettare?

Non posso pretendere che gli altri comprendano i miei bisogni.
Perchè, gli altri, non sono me.
Quanto è giustificabile fare qualcosa solo perchè la si vuole fare?

Ad un certo punto è lecito essere egoisti, quando sappiamo benissimo che il nostro comportamento nuoce a qualcuno?

Non è facile spiegare che non facendolo sarebbe molto peggio.

Ok, più che un blog pare una sega mentale di un'ubriaca (stranamente sobria).

Mi sento egoista.
Mi rendo conto che sto sbagliando.
Che sto sbagliando per gli altri.
Ma, non sto sbagliando per me.

Ho tenuto i miei pensieri chiusi in un cassetto per anni.
Non ho parlato dei miei problemi per anni, per paura di essere giudicata.

Adesso, dico ogni cosa che mi passa per la testa.

Ho fatto della sincerità e della schiettezza un mio stile di vita.
Questo mi crea non pochi disagi, ma mi risolve tanti problemi di fegato.

Ad un certo punto, quanto è lecito essere egoisti?

Ossequi da una Slimmy che protegge il fegato dalle frustrazioni, ma non dall'alcool.

giovedì 14 gennaio 2016

But first......let me take a selfie!



Sempre caro mi fu quell'ermo........selfie!

È proverbiale la mia adorazione per gli autoscatti.
Sintomo di egocentrismo lo so.
Sono egocentrica, narcisista e egomane.
Non me ne vergogno.
Anche saccente.
Mia madre mi dice sempre che sono una "maestrona" perché so sempre tutto io.
Ma, ahimè, ho solo un innato problema di mancanza di vergogna e di pudicizia.
In realtà, non so se è sintomo di esorcizzazione del disagio.
Fatto sta che mi piaccio.
Oh, ragazzi mi piaccio.
Ma solo nei selfie.
Abbasso i tag.
Non mi taggate!

Ora, non volevo fare un elogio al mio narcisismo, c'è Facebook ad evidenziare questo.
Volevo solo ribadire che l'ideale di esaltare la propria persona pubblicamente non è una cosa che appartiene solo al ventunesimo secolo, ma che si radica nei tempi dei tempi.

Prima i nobili ingaggiavano pittori per i loro ritratti.
Era una cosa da ricchi.
Adesso, è una cosa per tutti.
Ogni "poveraccio" può permettersi uno smartphone con camera frontale e immortalarsi in pose che ritiene gradevoli.

Lo scopo dei selfie non è tanto il farsi vedere belli dagli altri, quanto il vedersi belli.
Nessuno pubblicherebbe mai un autoscatto dove "non è gradevole".
Sarebbe un controsenso.
Non che di controsensi non sia intasato il mondo di internet.
C'è chi vede il bello dove non c'è.
Ok, la bellezza è soggettiva, ma la bruttezza e il senso del decoro dovrebbero meritare rispetto.

Come si dice, degustibus.........

Quello che ritengo poco accettabile (a mio avviso) è lo sfruttamento di un autoscatto per imprimere nell'osservatore una massima derivante da canzoni, libri, film, citazioni.

Stai facendo un selfie cazzo, che c'entra Baudelaire?

Al massimo scrivici "porca paletta che freddo #freddo #porcapaletta".
Non scomodare l'arte che con la tua faccia su uno schermo non ha niente a che vedere.

Adesso, con questa difesa/attacco dei selfie, concludo il post.

Fotografatevi.
Autoscattatevi.
Hashtaggatevi.
Coniate nuove parole con me.
Non è narcisismo del 21esimo secolo.
È il narcisismo primordiale intriso nell'animo dell'essere umano.
Ma, vi prego, non scrivete citazioni senza senso.

Ossequi, da una Slimmy da sempre amante dei selfie.

giovedì 7 gennaio 2016

Il sesso occasionale...NON mi piace!


Gli anni passano e passando ti mostrano chi sei.
Le esperienze si fanno anche per capire  quello che non ci piace e quello che invece amiamo.

Prima di assaggiare il sushi lo odiavo.
Poi me ne sono innamorata.
Non ha avuto la stessa sorte il kebab che continuò a non gradire. 
Per niente.

Il colpo di fulmine più disastroso é stato il vino.
Una rovina per il mio fegato da anni e anni.

Dalla rottura di maggio ho riscoperto la "me stessa single", dopo tre anni di mancanza.

Welcome back Slimmy che slimmeggia.

Dal mio precedente periodo single ricordavo che il detto "ogni buo è trincea" poteva essere suitable (=adatto! Ho preso la brutta abitudine di inserire parole inglesi all'improvviso).
Invece, adesso non mi sento più così.
Sarò cresciuta.
Maturata.
Evoluta.
Come i Pokemon.

Adesso, il clima del "sesso occasionale" di una sera sfogato in macchina, non mi eccita più.
L'idea del "ciao ciao chi si è visto si è visto" mi lascia in tasca un vuoto inutile.
Quindi, perché farlo?

Ok.
Non è che sono diventata una santa.
Tutto il contrario.
È solo che io amo le donne e ho bisogno che loro mi amino per fare del buon sesso.

Ho bisogno di parlarci.

Basta una cena.
Un aperitivo lungo.
Tante chiacchiere.
Voglio avere il tempo di corteggiarle.
Voglio avere l'occasione di "impararle" prima di averle nude tra le mani.
Voglio vedere il loro sguardo cambiare.
Voglio conoscere i tipici movimenti delle loro mani.

Fortunatamente sono una grande osservatrice è tutto questo riesco ad ottenerlo in un paio d'ore.

Voglio andare a letto con una donna.
Amarla ed essere amata.
Anche se fosse solo per un paio di esperienze.
Voglio sentirla mia.
Tutta.

È il prima che rende eccitante il sesso.
Sono i preliminari che contano.
E per me corteggiamento è sinonimo di preliminari.

Però devo ammettere che tutto questo è un'arma a doppio taglio.
La cosa del "farle innamorare" mi è sfuggita un po di mano.
Perché alla fine mi innamoro io.
Perché, forse, alla fine si innamorano sul serio.

L'eterno romanticismo e il bisogno ossessivo di dare amore è cura e malattia stessa.

Amare con moderazione.
Amare senza ossessione,

Non a tutti è concesso.

A volte si fugge per non bruciare.
A volte...ci si prova.

Ossequi da una Slimmy non più fan del sesso occasionale.